Monastero Del Santissimo Rosario
Monastero del Santissimo Rosario monache benedettine cassinesi piazza Domenico Provenzani 20 Palma di Montechiaro Agrigento telefono 0922-968108
Da Agrigento con la statale numero 115 si arriva dopo 20 km, in treno si scende alla stazione di Agrigento o di Licata e si continua con l'autobus locale. Il primo Palazzo Ducale (1655) fu trasformato dal duca Giulio Tomasi di Lampedusa nell'attuale Monastero (1659) per raccogliere prima le quattro figlie e poi la moglie, donna Rosalia Traina, rimasta vedova. Qui passò i suoi giorni anche la Beata Corbera, di cui si parla né "il gattopardo". La Cappella di Santa Maria del Lume è stata ricavata dalla camera nuziale dei Duchi. E' forse l'ambiente più affascinante del Monastero: le pareti sono tappezzate da una boiserie con simboli arborei e Mariani; sull'altare vi è un quadro raffigurante un angelo che offre fiori alla Madonna. In una cella si trova il grande crocifisso che Giuseppe Tomasi di Lampedusa ammirò, in forza del privilegio ereditario di poter accedere alla clausura, e di cui racconta nel suo romanzo. Il parlatorio ha la volta a botte e una piccola ruota di legno per le ordinazioni dei dolci e la loro consegna. La Chiesa ha il soffitto a cassettoni in legno decorato; numerosi sono i quadri, le statue e gli arredi sacri del 17º e 18º secolo. La facciata sedeva solenne al di sopra di un'ampia scalinata semicircolare. Vi è un'antica biblioteca con manoscritti del seicento. Messe quotidiane feriali e festive. L'antica tradizione para-liturgica dello scoprimento dei veli (nel venerdì del tempo quaresimale). Annuali esercizi Mariani, della durata di un mese, in occasione della permanenza nella Chiesa del Monastero della sacra effigie della "Madonnina del Castello" dopo la Pasqua. I giovedì eucaristici con ore di adorazione, che si prolungano per tutto il pomeriggio e con turni di fedeli. Si ricorda Santa scolastica il 10 febbraio e San Benedetto il 21 marzo e l'11 luglio. Ospitalità a sacerdoti e a predicatori. Le monache sono finissime ricamatrici, abili restauratrici dei paramenti sacri e ottime pasticciere per la preparazione di dolci tradizionali, in base a ricette centenarie, quali: i mandorlati, i biscotti ricci, e soavissimi muffoletti. |