Abbazia Di Valleombrosa
Abbazia di Valleombrosa
monaci benedettini Valloambrosiani
località Valleombrosa Reggello Firenze
telefono 055-862029
Con l'autostrada A1 si esce al casello di Incisa in Valdarno e si imbocca la provinciale per Reggello che porta a Valleombrosa (23 km). In treno si scende alla stazione di Incisa in Val d'Arno e si continua con un autobus locale. La Chiesa è sempre aperta. Per visitare il Monastero bisogna farne espressa richiesta preventiva. Durante l'estate sono organizzate, solo nei giorni feriali e a ore stabilite (9-12 e 15-18), visite guidate a gruppi. Sulle pendici dell'Appennino tosco-emiliano (1000 m), immersa in una foresta ricca di piante balsamiche e resinose, di sorgenti e di boschi secolari, sorse l'Abbazia fondata da San Giovanni Gualberto (1028), che diede vita anche alla congregazione benedettina di Valleombrosa, riconosciuta dal Papa vittore secondo (1055). Il complesso monastico attuale venne eretto tra il 1450 e il 1470. Danneggiato gravemente da Carlo V nel 1529, fu restaurato 1600 assumendo così l'aspetto di un severo castello. Valleombrosa crebbe in ricchezza e potenza, grazie alle numerose donazioni, e fu per lunghi secoli centro di ricerca spirituale. Dovette subire dure soppressioni nell'ottocento, sotto Napoleone e sotto Vittorio Emanuele II, divenendo la sede del primo istituto forestale d'Italia (1869), a cui venne affidata l'attività svolta da più secoli dai monaci a tutela del patrimonio boschivo. Spogliata delle sue ricchezze culturali, letterarie e artistiche, l'Abbazia, rimasta di proprietà dello Stato, risorse quando i religiosi vi fecero ritorno (1949), avviando la complessa opera di restauro. La comunità monastica continua l'intensa vita liturgica di un tempo, come pure il lavoro manuale, intellettuale e il servizio pastorale. Appena si arriva si incontra la grande Peschiera dove un tempo i monaci allevavano le trote attraverso il portale e il cortiletto si entra nel Monastero. La Chiesa, ad una navata, con cupola, rifatta nel 17º secolo, ha la facciata con una loggia che copre quella originaria duecentesca. A sinistra vi è il battistero di San Paolo, barocco, e a destra l'ingresso vero e proprio della Chiesa. All'interno si trovano numerose opere fra cui: la cappella di S. Giovanni Gualberto, l'organo, l'acquasantiera in marmo bianco, il coro ligneo ricco di dettagli e di intarsi, sull'altare sinistro del transetto la trinità di San Lorenzo Lippi. Nella Sacrestia si ammirano la tavola San Giovanni Gualberto in trono di Raffaellino del Garbo e una terracotta di Luca della Robbia. La visita al Monastero ha inizio dal bel chiostro della meridiana (1465), con volte a crociera, dal quale si accede: all'aula capitolare; al refettorio, trasformato nel 1745, con tele di Ignazio Huggford; alla cucina con il caratteristico camino con cappa. Una scala conduce all'appartamento Abbaziale affrescato da Antonio Cioci. Poi si passa al chiostro del mascherone del tardo cinquecento e alla loggia a tre archi (1589). Accanto a la foresteria si eleva la torre quattrocentesca. La biblioteca è costituita da una monumentale salone con la grande tela dipinta di Arsenio Mascagni (1609) che rappresenta la donazione di Matilde di Canossa a San Bernardo degli Uberti. Le sante messe feriali sono celebrate alle 7.00 e festive alle 11.00-17, vespri feriali ore 17.30 e festivi 16.30. Si festeggia San Giovanni Gualberto, fondatore di Valleombrosa, patrono delle foreste e dei forestali d'Italia dal 1951, con la partecipazione delle alte autorità forestali e statali, sia ha la consegna dell'olio della lampada votiva del Santo (12 luglio). Sono organizzati concerti d'organo e mostre di pittura (luglio-agosto). L'ospitalità viene data nella grande foresteria a gruppi organizzati per ritiri, esercizi spirituali, incontri di spiritualità e cultura da luglio a settembre. Negli altri mesi dell'anno sono accolti, in un numero limitato e per periodi brevi, sacerdoti e giovani (uomini) per un'esperienza di vita monastica. Prima di superare l'arco di entrata al cortiletto vi è un vasto locale dell'Hospitium, costruito nel 1641, dove è venduto il miele, i prodotti da questo derivati, cioccolata, preparati di erboristeria e i famosi liquori. |