- S. Pietro Canisio dottore -
Salve Regina
Salve Regina,
madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra,
salve.
A Te ricorriamo,
noi esuli figli di Eva;
a Te sospiriamo gementi e piangenti
in questa valle di lacrime.
Orsù dunque,
avvocata nostra,
rivolgi a noi
quegli occhi Tuoi misericordiosi.
E mostraci dopo questo esilio,
Gesù,
il frutto benedetto del Tuo seno.
O clemente,
o pia,
o dolce Vergine Maria.
Salve Regìna,
Mater misericòrdiae,
vita,
dulcèdo et spes nostra,
salve.
Ad te clamàmus,
èxsules filii Evae.
Ad te suspiràmus
gemèntes et flentes
in hac lacrimàrum valle.
Eia ergo,
advocàta nostra,
illos tuos misericòrdes
òculos ad nos convèrte.
Et Iesum,
benedìctum fructum ventris tui,
nobis,
post hoc exsìlium,
ostènde.
O clemens,
o pia,
o dulcis Virgo Marìa!
Ave Regina Caelorum
Ave, Regina dei cieli,
ave signora degli angeli;
porta e radice di salvezza,
rechi nel mondo la luce.
Gioisci vergine gloriosa,
bella fra tutte le donne,
salve, o tutta santa,
prega per noi Cristo Signore.
Nata dalla mente di Ermanno di Reichenau
conosciuto anche con il nome di Ermanno lo storpio
vista la sua condizione fisica, infatti Ermanno era un uomo deforme,
con gli arti come attorcigliati a impedirgli non solo di camminare normalmente,
ma anche di trovare pace disteso o seduto nella sedia costruita apposta per lui.
Nacque il 18 luglio del 1013, ed era uno dei 15 figli
di Eltrude e Goffredo conte di Althausen di Svevia.
I genitori lo affidarono ai monaci, ma non come figlio abbandonato
e i monaci presto lo hanno considerato come un compagno prezioso.
In Ermanno la malattia non generava cinismo bensì un'umanità ricca,
così diventò un uomo «piacevole, amichevole, conversevole; ridente;
tollerante; gaio; sforzandosi in ogni occasione di essere galantuomo con tutti».
Quello che doveva essere un peso diventa presto l'orgoglio del monastero
e la sua fama arriva fino all'imperatore Enrico III e a papa Leone IX.